Hai voglia di un fresco e goloso fine pasto? Prepariamo insieme il bonèt o bunèt, il dolce piemontese per eccellenza!
Il bonèt è uno dei dolci tradizionali piemontesi più antichi e con il suo gusto inconfondibile di cioccolato, amaretto e rum riesce a conquistare proprio tutti. Sai che il cioccolato non è sempre stato uno degli ingredienti principali di questa preparazione?
Per arrivare a scoprire l’origine del bonèt infatti dobbiamo tornare indietro nel tempo fino al XIII secolo, quando tra le Langhe e il Monferrato a conclusione dei banchetti medievali più sontuosi si gustava un dolce budino bianco. Prima della scoperta dell’America infatti in Europa non era ancora presente il tanto amato cacao.
La versione bianca del dolce è detta “alla monferrina” e si prepara tuttora con il giusto mix di latte, uova, amaretti e zucchero.
Ingredienti e ricetta del bonèt
Veniamo quindi alla ricetta del bonèt alla piemontese, partiamo dagli ingredienti: 500 g di latte, 170 g di zucchero, 50 g di amaretti da tritare più qualcuno intero, 50 g di cacao amaro in polvere e 4 uova.
Per preparare il bonet tradizionale si comincia scaldando 100 gr di zucchero con un goccio d’acqua in un pentolino finché non inizia a caramellarsi. Una volta ottenuto il caramello puoi versarlo in uno stampo da budino da 1 litro di capacità e sbriciola sopra alcuni amaretti.
Prepara il budino mescolando con la frusta le uova e lo zucchero rimasto, unisci gli amaretti sbriciolati e il cacao setacciato. Fai attenzione a non incorporare troppa aria, il composto deve essere omogeneo ma non montato.
Aggiungi a questo punto il latte a filo e continua a mescolare, versa il composto ottenuto nello stampo precedentemente preparato. È il momento di infornare a bagno maria per circa 1 ora a 170°, fai attenzione che lo stampo sia immerso per ¾ nell’acqua.
Una volta completata la cottura, sforna e lascia raffreddare per circa 2 ore, trascorso questo tempo capovolgi il bonèt su un piatto di portata e vai con il servizio!
Per la decorazione sbizzarrisciti con gli amaretti interi e in polvere.
Da dove arriva il nome bonet?
Un’altra curiosità da raccontare ai tuoi ospiti prima di servire il bonèt? Ecco l’origine del suo nome. Secondo il vocabolario Piemontese/Italiano di Vittorio di s. Albino del 1859 il termine “bonèt” indica un particolare tipo di cappello. Si tratta di un berretto tondeggiante a tronco di cono, la stessa forma dello stampo in cui veniva cucinato il budino chiamato proprio bonèt ëd cusin-a, ovvero “cappello da cucina”. Un’altra corrente di pensiero sostiene invece che l’associazione con il “cappello”, ultimo capo a essere indossato prima di uscire di casa, venisse dal fatto che il bonèt viene solitamente gustato a fine pasto quindi “a cappello” di tutto ciò che si è mangiato.
Ora sai proprio tutto su questa autentica golosità piemontese, buon appetito!